Realtà virtuale e food

Realtà virtuale e food

“Mangiare”, come dice Francois Rochefoucauld, “è una necessità, ma mangiare in modo intelligente è un’arte“. In che modo le nostre esperienze culinarie cambieranno grazie all’introduzione delle next technologies come la realtà virtuale?

Tempo di lettura stimato: 7 minuti

La realtà virtuale e i mondi impossibili

Le nuove tecnologie o next generations technologies comprendono i dispositivi per la realtà estesa e immersiva (XR), la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR) e la virtualità aumentata (AV). Questi strumenti rendono concrete delle esperienze che fino a poco tempo fa erano soltanto immaginabili, e per questo praticamente impossibili. Ad esempio, grazie ai dispositivi VR, possiamo fare un tour in prima persona di esopianeti visti dallo spazio, come propone il video-tour tour realizzato in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Exter (Exoplanet 360°, 2018). Oppure, pensiamo ai filtri AR di Instagram che ci consentono di vederci immediatamente più vecchi o giovani, belli o brutti sovvertendo ogni legge che regola la causalità fisica. In pratica, queste nuove esperienze combinano elementi attinenti alla realtà e altri fantastici, cioè irrealistici o improbabili, creando esperienze utente inedite e potenzialmente utilissime.

La realtà virtuale e mista può arricchire gli ambienti fisici con informazioni digitali (e.g. Javornik, 2016), oppure “nasconderli” per trasportare l’utente in altri luoghi, anche irraggiungibili, come la stazione spaziale internazionale o l’orbita inferiore della Terra (Stepanova et al., 2019).

Un’esperienza culinaria virtuale

Potenzialmente, queste tecnologie possono rivoluzionare ogni ambito, anche quello culinario. Grazie ad un visore, il cliente può decidere di mangiare in un bel giardino, su Marte o in fondo all’Oceano, personalizzando la propria esperienza virtuale in prima persona.

Project Nourished riesce a ingannare i commensali facendo loro credere di mangiare, mentre “in realtà” gusto, olfatto, tatto, udito e vista vengono manipolati da tecnologie sofisticate. Cioè, una persona può essere indotta a confondere un cibo vero con uno “falso” cioè virtuale, grazie a un diffusore aromatico, un dispositivo VR, un trasduttore a conduzione ossea (che emette i suoni della masticazione verso i timpani attraverso i tessuti molli e le ossa) e cibo insapore stampato in 3D. Queste esperienze potrebbero aiutare moltissime persone.

Certo, non saremmo in grado di mangiare sushi in Giappone o il tiramisù su Saturno, ma pensiamo a coloro che soffrono di disturbi alimentari o altre malattie debilitanti. Infatti, questi cibi non hanno calorie, non contengono allergeni o in generale elementi potenzialmente dannosi. Per questi motivi possono essere impiegati in programmi per controllare il peso, nei trattamenti allergici e diabetici o per curare l’assuefazione al cibo nei bambini.

Realtà virtuale e gastronomia: alcune applicazioni

Le nuove tecnologie come la realtà virtuale e aumentata possono aumentare esponenzialmente la produttività dei dipendenti, il coinvolgimento dei clienti e quindi la loro fidelizzazione. Come?   

Menu virtuale

Il menu è fra i primi strumenti utili al ristoratore per creare una connessione con il cliente. In quanto tale è importantissimo, e dovrebbe essere realizzato con impegno e minuzia. Per esempio, immaginiamo un menu con le pagine logore, magari sporco, che utilizza soltanto il linguaggio verbale per comunicare con il lettore: non è una bella immagine per il ristorante. Infatti, è facile che l’utente non si senta invitato a consumare, anche perché non dispone di immagini che rappresentino il cibo fra cui scegliere. Immaginiamo ora di sederci a un tavolo e, grazie al nostro smartphone, “scaricare” il cibo direttamente dal menu, anche grazie ad una sua visualizzazione in tempo reale attraverso dispositivi per la realtà virtuale o aumentata. Potremmo “gustare” in anticipo tutto ciò che il menu ci propone e quindi, grazie a questa ulteriore stimolazione, scegliere più volentieri e consapevolmente.

Personalizzazione degli ordini

L’utilizzo di dispositivi AR consente al cliente di personalizzare il proprio ordine da ogni punto di vista: ingredienti, modalità di realizzazione e cottura, quantità. Questo potrebbe essere un punto di svolta nell’esperienza gastronomica, perché la ricostruirebbe come “contenuto per l’utente”.

Formazione del personale

È già stata dimostrata l’utilità dei visori AR e VR nei processi di apprendimento. Questo genere di esperienza coinvolge maggiormente il discente, predisponendolo ad un apprendimento meno faticoso e potenzialmente molto più produttivo. La stessa cosa può essere pensata, ad esempio, per gli apprendisti cuochi. In questo senso, KFC è all’avanguardia perché ha realizzato una sorta di escape-room digitale per la formazione dei suoi dipendenti; le cinque fasi di frittura del pollo vengono spiegate con giochini e sorprese presentati dal colonnello Sanders. Oppure, pensiamo in generale al fatto che un piatto può essere imparato e preparato più velocemente se l’allievo viene guidato grazie ad un dispositivo AR, che sovrappone alla realtà fisica informazioni sulle operazioni da eseguire. In questi modi, inoltre, i ristoratori potrebbero servirsi di quel personale che precedentemente era deputato alla formazione dei nuovi arrivati, incrementando significativamente la produttività.

Oltre la barriera linguistica

Un’app basata su una tecnologia AR consente a tutti i clienti di entrare in contatto con il ristorante, indipendentemente dalla loro provenienza. Possono scegliere il cibo che preferiscono sulla base di un menu unico, personalizzare i propri ordini e in generale l’esperienza culinaria, che quindi non risulterà qualitativamente inferiore rispetto a quella degli autoctoni.  

Coinvolgimento grazie ai giochi VR/AR

Quante volte, dopo aver ordinato, stiamo attenti ad ogni movimento dei camerieri sperando che il piatto che portano sia il nostro? I giochi AR potrebbero aiutare a distrarci mentre aspettiamo che l’ordine spedito sia completato. Alcuni sostengono che questi giochi potrebbero essere inseriti nell’offerta del ristorante già a partire dal menu, e quindi integrati completamente nell’esperienza culinaria. Per esempio, se un cliente vincesse al gioco scelto, potrebbe guadagnare un coupon per ritornare al ristorante, incrementandone la fidelizzazione.

Pubblicità

Noi non consumiamo il prodotto, ma la sua comunicazione, e questo vuol dire che se non siamo capaci di comunicare la nostra attività siamo in pericolo. Le tecnologie AR e VR possono aiutarci, perché rendono i prodotti più accessibili eliminando le mediazioni. Immaginiamo cosa significhi far vedere al potenziale consumatore un piatto di pasta all’amatriciana “dal vivo”, davanti a lui, mentre si trova nel suo salotto magari con il frigo vuoto.

Le sfide della realtà virtuale

Interfaccia del design 3D

Il più grande ostacolo per un ristorante nel processo di adozione delle nuove tecnologie è quello di creare una valida interfaccia utente. Dal momento che per ora è piuttosto costosa, i ristoranti famosi potrebbero permettersela ma le piccole realtà probabilmente no. Questo creerebbe un ulteriore divario fra le parti aggravando la condizione finanziaria dei piccoli proprietari.

Mancanza di abilità nell’utilizzo dei visori VR/AR

Servirsi di tecnologie intelligenti come la realtà virtuale significa essere all’avanguardia nel mercato, e quindi affrontare il rischio che pochissimi sappiano usarle. Conseguentemente, bisogna affrontare le spese di formazione e aggiornamento del personale, ma non solo: i clienti potrebbero non capire affatto cosa dover fare, e quindi vivere in modo disastroso un’esperienza che, al contrario, avrebbe potuto essere ottimale. I clienti potrebbero anche essere disturbati dai suoni degli altri dispositivi, oppure colpirsi a vicenda perché mancano elementi di controllo del movimento quando immersi nella realtà virtuale e/o aumentata. Attenzione, quindi, perché un’esperienza disastrosa è ciò che allontana il cliente dal luogo in cui l’ha vissuta.

Conclusione

La realtà mista, immersiva e virtuale ha già portato l’esperienza culinaria e gastronomica ad un livello superiore. Dalla personalizzazione del cibo alla sua visualizzazione in anteprima, le next technologies riservano molte sorprese e potrebbero aiutarci anche a curare diversi problemi di salute legati all’alimentazione. Il loro potenziale è elevatissimo e, quindi, abbastanza per pensare che rivoluzioneranno anche il settore gastronomico.

Post Author

Martina Grinello

Laureata in filosofia con lode, sono specializzata in semiotica e teoria dei linguaggi, quindi studio i meccanismi di significazione che orientano i processi cognitivi all’interno delle relazioni comunicative. Dedico particolare attenzione all’analisi delle narrazioni socialmente condivise. Ad oggi, creo contenuti per il web declinando la mia esperienza, le valorizzazioni collettive e l’identità del promotore in ottica SEO.

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