Cos’è LEGO® Serious Play®

Cos’è LEGO® Serious Play®

Il metodo LEGO® Serious Play® è una tecnica di facilitazione del pensiero, della comunicazione e della risoluzione di problemi da utilizzare con organizzazioni, team e individui.

LEGO Serious Play, abbreviato LSP, si basa su ricerche approfondite nei settori del business, dello sviluppo organizzativo, della psicologia e dell’apprendimento e si basa sul concetto di “conoscenza delle mani”.

Cos’è LSP, in poche parole?

Tempo di lettura stimato: 15 minuti

Il gioco serio

L’idea principale è quella di cambiare l’impostazione delle riunioni aziendali:

  • favorendo la partecipazione di tutti (riunioni 100-100)
  • stimolando il team alla riflessione condivisa
  • facendo emergere ciò che le persone già sanno senza esserne consapevoli.

LEGO® SERIOUS PLAY® è una metodologia che si basa sul trasferire i processi tipici del gioco, con i mattoncini LEGO®, alle dinamiche aziendali. C’è ancora molto scetticismo, da parte di aziende e organizzazioni, sulla possibilità che il gioco possa essere uno strumento di cambiamento o apprendimento.

Questo accade perché fin dalla scuola primaria ci insegnano che il gioco è da bambini; sia nella scuola che nel lavoro il gioco non può entrare, perché sono ambienti “seri”. Con il tempo, crescendo, abbiamo assimilato questo punto di vista e abbiamo smesso fi giocare. Non si comprende che non c’è nulla di più serio del gioco.

L’ipotesi che in una riunione aziendale nella quale si discute “seriamente” di questioni “serie” si possano portare mattoncini LEGO® e confrontarse costruendo modellini tridimensionali è quanto di più assurdo si possa immaginare.

Eppure nei bambini il gioco è una cosa assolutamente seria: è il loro modo per entrare in relazione con la realtà e giocando elaborano rappresentazioni concettuali che li aiutano a entrare nel mondo che li circonda e nel loro mondo interiore. I meccanismi mentali che si attivano nel bambino quando gioca, si attivano allo stesso modo nella mente di una persona adulta; hanno lo stesso potere di comprensione della realtà.

Il Gioco Serio è un gioco con un fine esplicito.

Tale finalità è quella di affrontare una questione che tocca effettivamente i partecipanti riuniti intorno al tavolo, cercando di indurli a protendersi, a farsi avanti per partecipare attivamente, facendo in loro emergere nuovi saperi e liberandoli dalla routine del pensiero.

da “Il metodo Lego® Serious Play® per il business” di Per Kristiansen e Robert Rasmussen

Cos’è LEGO® Serious Play®

Approfitto ancora del lavoro di Per e Robert:

Il metodo Lego® Serious Play® si definisce come:

1. un insieme sistematico di principi relativi alle dinamiche di gruppo

2. un insieme di principi relativi all’impiego sistematico del mattoncino LEGO®

3. un insieme di tecniche, formato dal Core Process e da sette Tecniche Applicative.

ibidem

Dinamiche di gruppo: si richiede la partecipazione delle persone per tutto il tempo del workshop e a tutte le fasi del processo.

Impiego dei mattoncini: la risposta alle domande del facilitatore, (vedi il Core Process qui sotto) è NEL modello 3D che le persone hanno costruito, quindi al centro del lavoro ci sono i modelli 3D.

Core Process

Ogni fase di un workshop LSP si svolge in questo modo:

  • il facilitatore pone una domanda
  • le persone costruiscono un modello 3D in risposta alla domanda
  • ognuno racconta il modello che ha costruito
  • il facilitatore, ed eventualmente gli altri partecipanti, pongono domande per comprendere meglio ciò che la persona ha appena raccontato sul modello.

Il Core Process assicura la massima inclusività: tutti hanno lo stesso tempo per costruire un modello, per raccontare ciò che hanno costruito e tutti i modelli e i racconti vengono accettati senza giudizi.

Tecniche applicative

Le sette tecniche applicative sono gli elementi base con i quali il facilitatore costruisce il percorso del singolo workshop in base agli obiettivi specifici. Si va dalla costruzione del modello individuale sino alla estrazione dei principi guida: il modo unico con il quale i passi del workshop vengono organizzati e si appoggiano l’uno sui risultati dell’altro è frutto del percorso di pensiero che il facilitatore individua per sviluppare il tema del workshop.

Come si svolge un workshop LEGO® Serious Play®

Un workshop LSP può essere tenuto solo da un Facilitatore certificato, una persona che abbia seguito un corso di quattro giorni tenuto da un Master Trainer, al termine del quale riceve il certificato in Facilitating and Design Workshop with the LEGO® SERIOUSPLAY® Method.

Quindi, se intendi sperimentare LEGO Serious Play nella tua organizzazione, assicurati che il facilitatore sia regolarmente certificato. Al contrario potresti trovarti a vivere una esperienza forse piacevole ma non un vero e proprio workshop LSP.

Un workshop LSP prevede la partecipazione di un gruppo di persone, al massimo 12, per un tempo che può variare dalle 4 ore ai 2 giorni, su un tema definito.

Il facilitatore costruisce un percorso di indagine che guida le persone alla scoperta e all’approfondimento del tema del workshop. Mentre il punto di partenza è chiaro, i risultati finali del workshop non sono prevedibili a priori: essi dipendono dai partecipanti, dalle loro esperienze e conoscenze, da quanto saranno disponibili a compromettersi nel gioco e, non ultimo, dalle capacità ed esperienza del facilitatore.

Questo significa che organizzare un workshop LEGO Serious Play per “convincere le persone su una certa idea o visione” è il modo migliore per farlo fallire. Il punto di partenza corretto è “far emergere ciò che le persone sentono e pensano su un tema (o problema) e accompagnarli a una visione condivisa sulla quale tutti siano disposti a impegnarsi”.

Quando usare il metodo LEGO® Serious Play®

La metodologia LEGO Serious Play è priva di un suo contenuto specifico e questo la rende applicabile in qualunque contesto, in funzione delle competenze specifiche del facilitatore, dalla strategia business al coaching individuale.

Per restare in ambito aziendale, il metodo si presta per:

  • abilitare le riunioni 100/100 e ottenere la partecipazione attiva
  • far emergere nuove idee
  • rompere la routine di pensiero.

È un metodo consigliabile, per esempio, nelle situazioni in cui:

  • i collaboratori non contribuiscono alle discussioni
  • non si riescono ad allineare idee e visioni tra colleghi
  • si fatica a lavorare in team
  • vi siano problemi da affrontare e risolvere
  • serve costruire o ri-costruire una visione condivisa della strategia di team
  • serve costruire e condividere una strategia per l’organizzazione.

Cosa sono le “Riunioni 100/100”

Come si svolge una tipica riunione aziendale? Più o meno così:

  • uno conduce, in genere il capo, e in genere ha il peso maggiore nelle decisioni o prende lui stesso le decisioni
  • qualcuno è sempre d’accordo con il capo e contribuisce poco ad approfondire il tema in questione
  • qualcuno è sempre in disaccordo e proprio per questo il suo punto di vista è poco considerato
  • la maggioranza non partecipa in modo attivo, o partecipa in modo superficiale o non si esprime affatto, per mille motivi.

Non è necessario avere esperienza di vita d’azienda per aver sperimentato questo tipo di situazioni: una qualunque discussione tra più persone su un tema per loro rilevante si presta a evidenziare queste dinamiche. Le chiamiamo riunioni 20/80.

Il superamento di questo è la riunione 100/100 nella quale tutti i partecipanti contribuiscono al 100% alla discussione. Ciò è possibile per la struttura stessa di un incontro LEGO Serious Play.

Cosa significa “Far emergere nuove idee”

Il gioco permette alla nostra immaginazione di liberarsi dai lacci che la discussione razionale impone al pensiero. La costruzione manuale di modelli tridimensionali con i mattoncini LEGO sfrutta la connessione mano-mente. Le mani permettono di portare sul tavolo di discussione conoscenze ed esperienze alle quali la nostra mente non ha accesso per via razionale.

Secondo il neurologo Paul McLean il cervello umano si compone di tre aree distinte, ciascuna legata a uno specifico momento del ciclo evolutivo dell’essere umano:

  • il cervello primitivo o rettiliano, sede degli istinti primordiali
  • il cervello limbico, sede delle emozioni
  • la neo-corteccia pre-frontale, sede del pensiero razionale.

In ogni decisione che prendiamo quotidianamente solo il 5% è razionale e ben il 95% è emozionale e istintivo. Mentre pensiamo di aver preso una decisione del tutto razionale, in realtà emozioni e istinto hanno guidato la decisione e la ragione si è adeguata. La ragione pensa di aver guidato la decisione.

Le mani sono l’organo del nostro corpo più connesso al nostro cervello e hanno la capacità di prendere informazioni dalle sue aree emotiva e istintiva. In un modello 3D le mani portano conoscenze che abbiamo senza sapere di averle. Questa è la base per l’emergenza di nuove idee: cose che sappiamo ma non sappiamo di sapere e per questo ci si presentano come nuove.

Cosa significa “Rompere la routine del pensiero”

Torniamo ancora con la mente alle tipiche riunioni aziendali che spesso ci appesantiscono la giornata: sono per lo più un confronto (spesso duelli) di cervelli che hanno già la loro idea. In una discussione è più facile consolidare la propria opinione che cambiare quella degli altri.

Quando discutiamo con altri, tendiamo inevitabilmente a riproporre la nostra idea sulla questione e, soprattutto, riproporre lo schema mentale che ci porta a sostenere quell’idea. Non è tanto la difficoltà a cambiare idea nella discussione: è soprattutto il fatto che lo schema di ragionamento viene inconsciamente difeso. Ci da sicurezza.

Sovvertire la modalità di svolgimento della riunione, introdurre il gioco, assicurare la partecipazione attiva di tutti i presenti e favorire l’emergere di conoscenze che i presenti hanno senza sapere di avere significa scardinare la gabbia nella quale ci troviamo, involontariamente, reclusi e aprire la porta a nuove idee e ipotesi di lavoro.

Le basi del metodo LEGO® Serious Play®

Questa metodologia si basa sul costruttivismo e sul costruzionismo, sull’uso della metafora e dello storytelling, sulla connessione mano-mente e sulla teoria del flow.

Costruttivismo, Costruzionismo e Pensiero concreto

Secondo Jean Piaget, psicologo e pedagogista svizzero che elaborò la teoria del Costruttivismo, la persona è costruttrice di conoscenza attraverso l’esperienza che fa del mondo che la circonda; in questa relazione costruisce nella sua mente teorie interpretative della realtà.

Un suo collega, Seymour Papert matematico, informatico e pedagogista sudafricano, ampliò questa teoria elaborando la teoria del Costruzionismo: il processo di apprendimento, e quindi di creazione di conoscenza, è più efficace costruiamo oggetti fisici esterni a noi. Mentre le nostre mani costruiscono un oggetto, la nostra mente costruisce la struttura cognitiva corrispondente.

Questa è la teoria dell’apprendimento alla base del metodo LEGO Serious Play. Il pensiero concreto, costruire oggetti con le mani, contrapposto al pensiero astratto, quello che avviene in una sola dimensione (per esempio la voce) e in due dimensioni (per esempio il disegno).

Un oggetto tridimensionale puoi osservarlo da diversi punti di vista e ci puoi giocare, un discorso o un disegno no. È ciò che accade in un workshop LEGO Serious Play.

Connessione mano-mente

L’evoluzione del genere umano è strettamente connesso all’evoluzione nell’uso delle mani: da quando siamo scesi dagli alberi, milioni di anni orsono, lo sviluppo delle abilità manuali è andato di pari passo con l’aumento di volume della scatola cranica (“The Hand: How Its Use Shapes the Brain, Language, and Human Culture”, Frank R. Wilson, 1999).

Ogni nuova abilità, dalla costruzione di semplici dispositivi per la caccia alla manipolazione di piccoli oggetti, ha stimolato la creazione di nuove strutture neurali. Queste nuove strutture rendono possibile la creazione di nuove connessioni neurali, quindi l’emergere di nuove idee

Gli scienziati hanno mappato le strutture neurali del cervello umano collegandole ai diversi organi del corpo scoprendo che la parte riservata alle mani è di gran lunga più ampia di quella riservata a ogni altro organo.

In un modellino LEGO portiamo significati che le nostre mani recuperano da aree della mente alle quali non possiamo accedere per via razionale: esperienze passate, emozioni, preconcetti, immagini e teorie sulla realtà e sul nostro rapporto con essa. Tutto ciò che in una riunione tradizionale non emerge; tutta ricchezza che in una riunione tradizionale non possiamo sfruttare.

Il Flow

Mihály Csíkszentmihályi, psicologo ungherese, introdusse la Teoria del Flow per descrivere lo stato emotivo di gratificazione che stimola l’apprendimento e la memoria. È la condizione in cui ci si sente così assorbiti dal gioco o dal compito assegnato da perdere la cognizione del tempo e dello spazio: l’attenzione è stimolata al massimo e favorisce la memoria.

Viene rappresentato in questo modo:

Per spiegarlo in modo semplice, si realizza quando il compito assegnato è alla portata della persona con un certo sforzo aggiuntivo: non troppo semplice da generare noia, non troppo difficile da generare frustazione.

Metafora

La metafora è una figura retorica che consiste in un trasferimento di significato.

Si ha quando, al termine che normalmente occuperebbe il posto nella frase, se ne sostituisce un altro la cui “essenza” o funzione va a sovrapporsi a quella del termine originario creando, così, immagini di forte carica espressiva.

Wikipedia

La metafora è ovunque nel nostro linguaggio quotidiano: “sei un leone” per dire che sei coraggioso come un leone oppure “sei un coniglio” per dire che sei pauroso di tutto come un coniglio, “in centro c’era un mare di gente”, “la città è un deserto”…

Anche nel linguaggio aziendale è frequente l’uso della metafora, al punto che spesso le aziende sfruttano il potere della metafora per creare immagini evocative nella mente dei collaboratori: “siamo in guerra”, “dobbiamo dare una sterzata decisa alle attività…”, “il servizio clienti è un colabrodo”, “siamo sulla stessa barca in un mare in tempesta”…

Al punto che l’intera narrazione aziendale può far ricorso a una metafora: calcistica (l’azienda come squadra), marinara (l’azienda come nave che solca i mari, a volte tranquilli, a volte agitati), familiare (l’azienda come famiglia).

Il linguista George Lakoff insieme al filosofo Mark Johnson avviarono già nel 1979 una riflessione sul tema “metafora e pensiero”, ben prima delle successive scoperte nel campo delle neuroscienze, affermando che la metafora è uno strumento cognitivo che ci permette di categorizzare le nostre esperienze e mettere ordine nel nostro pensiero.

Storytelling

La narrazione è parte integrante del gioco serio: ci serve per spiegare idee, concetti, ideali e valori, paure e speranze, esperienze di vita. Storytelling non è appena “raccontare storie”, è piuttosto “comunicare attraverso racconti” che catturano l’attenzione.

Le modalità con le quali avviene la trasmissione possono essere molteplici (testo, immagini, video, audio), ma il fine è lo stesso: riuscire a comunicare e coinvolgere sul piano emotivo i destinatari del nostro racconto.

In un workshop LEGO Serious Play, un modellino 3D diventa un dispositivo di racconto; non è appena un insieme di mattoncini montati l’uno sull’altro in modo creativo o quantomeno originale. Il modellino porta con sé un insieme di significati e il modo migliore per esplicitarli è crearci attorno una narrazione nella quale ogni elemento ha uno scopo preciso.

Il cervello umano è cablato per le storie: le storie ci incantano i discorsi ci annoiano.

Breve storia del metodo LEGO® Serious Play®

A metà degli anni ’90 iniziarono a diffondersi in tutto il mondo nuovi prodotti elettronici di intrattenimento, sull’onda dei primi gameboy del 1989. La LEGO® patì la concorrenza e subì un calo considerevole delle vendite con grandi rischi per il futuro stesso dell’azienda.

In questo momento di difficoltà prende le mosse il lungo processo che ha portato alla definizione del metodo LEGO Serious Play come lo utilizziamo oggi. All’incirca è andata così.

L’allora amministratore delegato, Kjeld Kierk Krinstiansen, nipote del leggendario fondatore, era alla ricerca di metodi per stimolare la creatività dei suoi manager e traghettare così l’azienda fuori dalla crisi.

Incontra Johan Roos e Bart Victor, docenti presso l’IMD Business School di Losanna, una tra le più importanti business school del mondo; Johan e Bart avevano sviluppato il concetto e il metodo del Gioco Serio con lo scopo di abilitare i manager a sviluppare in maniera alternativa le loro attività.

All’interno del gruppo LEGO®, viene fondata la Executive Discovery e viene chiamato a dirigerla Robert Rasmussen, all’epoca direttore dello sviluppo prodotto del settore Education; a Robert viene affidato l’obiettivo di coniugare i mattoncini LEGO® con il concetto del gioco serio.

La versione 1.0 della metodologia viene rilasciata nel 2002 e vengono formati i primi facilitatori; in questo periodo la metodologia è proprietà della LEGO® e la sua diffusione nel mondo viene affidata a partner commerciali.

Nel 2010 viene pubblicata la versione 2.0 con licenza Open Source, viene smantellata la rete dei partner ufficiali e la LEGO® mantiene solo la produzione dei kit ufficiali LSP.

Nel 2012 Robert Rasmussen e Per Kristiansen fondano l’Associazione Master Trainer con lo scopo di proteggere la metodologia “ufficiale” e diffonderla nel mondo attraverso la rete dei facilitatori certificati.

Ti interessa LSP?

E nel 2019 inizia la mia avventura con LEGO Serious Play dopo aver conseguito la certificazione con Lucio Margulis, uno dei 14 trainer dell’Associazione Master Trainer. Se vuoi portare LSP nella tua organizzazione, contattami e ne parliamo.

Post Author

Roberto Cobianchi

Foresight Practitioner | Certified Facilitator LEGO® SERIOUS PLAY® | Professor UniBO | Digital & Social Media Strategist

2 commenti

Sabrina Pubblicato il 25 Novembre 2022 - 11:14

Come abilitarsi?

    Roberto Cobianchi Pubblicato il 28 Dicembre 2022 - 10:35

    Scrivimi a scrivi [chiocciola] mimulus [punto] it

Lascia un commento