
Un Forecast sul Futuro, nell’ambito del Futures Thinking, cerca di fornire una visione del mondo in cui potremmo trovarci a vivere, magari non domani ma tra cinque o dieci anni. Lo scopo è stimolare idee su come prepararci a vivere in quel futuro, quali piani fare o come adattare obiettivi e strategie.
Il termine Forecast è tradotto in italiano con Previsione mentre il verbo To Forecast con Prevedere, Predire; la traduzione ci porta fuori strada. Meglio è definirlo come affermazione relativa a un possibile scenario futuro fatta con lo scopo di sorprendere e stimolare la discussione.
Tempo di lettura stimato: 7 minuti
Table of Contents
Cosa è un Forecast sul Futuro
Il confronto con la meteorologia è utile per sottolineare alcune caratteristiche peculiari dei Future Forecast.
Lo scopo delle previsioni meteorologiche è informarci del tempo previsto nelle prossime ore e giorni. Conoscendole, possiamo prepararci ad esempio scegliendo l’abbigliamento adeguato: se è prevista pioggia, usciremo con l’ombrello.
Il requisito essenziale di una previsione meteorologica è di essere il più precisa possibile; se è imprecisa, è inutile. Quaranta o cinquant’anni fa (forse anche prima ma non ne ho memoria) si diceva “se le previsioni mettono pioggia, allora ci sarà il sole”. La tecnologia e i modelli previsionali erano quel che erano e spesso le previsioni erano sbagliate (oppure erano vere se rovesciate).
Al contrario, un Forecast sul Futuro formulato da un futurista non ha l’obiettivo di indovinare al 100% come sarà il futuro. Nessuno ha la sfera di cristallo, non abbiamo dati sul futuro: ogni tentativo di indovinare come andranno le cose è destinato a fallire. Di conseguenza, ogni affermazione sul futuro sostenuta con assoluta certezza va presa con molta cautela.
Un Forecast sul Futuro ha lo scopo di formulare una visione di un futuro possibile per suscitare una reazione, stimolare la riflessione sui possibili impatti che quella nuova realtà potrebbe avere su di noi, la nostra comunità, le imprese, la società…
Mettere davanti agli occhi una possibilità futura imprevista stimola la mente a cercare di capire “cosa” esattamente è cambiato, cosa potrebbe non funzionare più, cosa invece potrebbe diventare possibile.
Il time frame di un Forecast sul Futuro
L’orizzonte temporale di un Forecast sul futuro è in genere 10 anni, anche se i futuristi spesso lavorano a 5 oppure 20, 30 anni; questa è un’altra differenza rispetto alle previsioni meteorologiche che hanno un orizzonte tipico di 24 ore e massimo di una settimana.
Perché 10 anni? È un tempo sufficientemente lungo per ritenere che le cose possano “davvero” essere diverse dal presente. Allo stesso tempo, è sufficientemente breve per evitare che il Forecast sia puro frutto della fantasia.
In 10 anni, le cose alle quali siamo abituati oggi possono essere davvero diverse. Scoperte scientifiche recenti, tecnologie allo stato embrionale, prototipi di nuovi prodotti, in 10 anni potrebbero diventare applicabili e adottate su larga scala.
Ad esempio:
- in 10 anni Facebook ha raggiunto il primo miliardo di utenti
- Zoom fu lanciato sul mercato nel 2011, dopo 9 anni ha raggiunto il successo planetario, complice la pandemia
- quando ci riferiamo alla storia del secolo scorso, parliamo per decadi – gli anni Venti, gli anni Trenta e i favolosi anni ’60
- la decade è una misura “magica” quando ci riferiamo alla nostra età anagrafica – nei miei vent’anni, fino ai trent’anni, ho superato i 40, non indicano precisamente i 20, 30 o 40, ma un range temporale se non un vero e proprio segmento di 10 anni.
10 anni è lo spazio temporale nel quale possiamo agire.
Anche pensando alla nostra vita o alla nostra professione, 10 anni è un periodo nel quale possiamo davvero pensare un cambiamento importante e lavorare per realizzarlo.
Lo scopo di un Forecast sul Futuro
Questa è un’altra differenza rispetto alle previsioni meteorologiche, sulle quali non abbiamo alcuna possibilità di intervento ma possiamo solo rispondere in modo adeguato alle condizioni climatiche previste.
Quando invece ci confrontiamo con una visione di un possibile futuro che descrive un mondo diverso da quello al quale siamo abituati, la mente cerca di capire cosa c’è effettivamente di diverso e come adattarsi.
Per esempio: Nel 2032, l’80% delle proteine che assumeremo deriverà da insetti, vegetali e da coltivazioni in laboratorio.
Quando ci si imbatte in un Forecast sul Futuro, per quanto strano e “fastidioso” possa essere, occorre accettarlo così come viene presentato. Lo scopo, come detto, non è valutare se il futuro immaginato è possibile o impossibile, o in quanto tempo potrebbe avverarsi; lo scopo è stimolare una reazione immergendosi in quel nuovo contesto.
Come vivrei in un mondo nel quale il banco della carne fresca è ridotto a un decimo rispetto a oggi, e lo spazio liberato è occupato da cosce di pollo vegetali e altri prodotti alternativi? Cosa non potrò più fare? Cosa invece diventa possibile? Chi potrebbe guadagnarci e chi potrebbe rimetterci? Quali ricadute potrebbero verificarsi su altri sistemi sociali?
Da dove nasce un Forecast sul Futuro
Segnali di Cambiamento e Driver di Cambiamento sono i due building block di un Forecast.
Quindi, un Forecast non è pura opera di fantasia, ma è il risultato dell’immaginazione applicata a evidenze concrete attuali.
Per esempio, quali segnali sorreggono il Forecast qui sopra? Le patatine prodotte con farina di insetti stanno iniziando a comparire sugli scaffali dei supermercati anche in Italia; alcuni produttori stanno investendo nella preparazione di carne vegetale il più possibile simile, nel gusto e nella struttura, a quella di origine animale; ricercatori stanno sperimentando tecniche di coltivazione della carne in laboratorio.
Quali Driver potrebbero rendere il Forecast plausibile in un tempo più breve di quanto potremmo immaginare? Innanzitutto la riduzione delle emissioni di CO2 (l’allevamento è un grande contributore totale), poi la necessità di poter sfamare una popolazione sempre crescente (secondo alcune previsioni, non ci sarà cibo per tutti – secondo altre ci sarebbe ma non disponibile a tutti).
Le sfide nascoste in un Forecast sul Futuro
Chi non desidera un futuro migliore? Per noi stessi, per la nostra famiglia, i nostri amici, le comunità alle quali apparteniamo, il nostro paese, tutti noi desideriamo che le cose vadano meglio di come vanno oggi; qualunque cosa significhi “meglio”.
Certo, anche nel futuro migliore possibile c’è qualcosa che non torna: non tutti potrebbero trovarsi a loro agio oppure potrebbero emergere conseguenze negative.
Non esistono Forecast “positivi” e Forecast “negativi” per definizione.
Ogni Forecast ha aspetti positivi e aspetti negativi, si presenta positivo per alcuni e negativo per altri: dipende dalle speranze, dalle aspettative, dai timori e dal sistema di valori che guida la vita della persona che si immedesima nel Forecast.
Un Forecast utopico, percepito come “positivo” ci fa stare tranquilli, corrisponde al nostro desiderio e non ci presenta sfide, ostacoli da superare, vincoli con i quali convivere.
Un Forecast distopico, percepito come “negativo” ci urta, ci costringe a reagire: non è possibile che le cose vadano in quel modo!
In entrambi i casi, la mente inizia a navigare nel Forecast per capire cosa esattamente è diverso: quali nuove possibilità si presentano e come possiamo sfruttarle. Un Forecast ci costringe a pensare: cosa potrebbe andare male? Come potrei agire per migliorare la situazione? Quantomeno per non farmi trovare impreparato.
Più la mente è sollecitata, più il Forecast è utile.
Forecast e Strategia
A questo punto è evidente il rapporto tra Forecast sul Futuro e Strategia: il Forecast mette sul tavolo nuove ipotesi sul futuro, quindi nuove sfide con le quali l’impresa potrebbe doversi misurare.
La Strategia, anziché essere costruita sui dati del passato e sui trend attuali, prende forma su nuove ipotesi: dal futuro ufficiale ai futuri possibili. E questo è uno spazio nel quale tutto è davvero possibile e abbiamo 10 anni per prepararci.
Altri articoli