
Si è conclusa la prima serie di workshop sul Foresight strategico in 3D: immaginare e costruire il futuro in 3D; è il momento di trarre alcune considerazioni.
L’idea di fondo è costruire il futuro in 3D: unire la pratica del Futures Thinking con la costruzione tridimensionale per stimolare nuovi pensieri in modo più efficace e coinvolgente.
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Premessa
Cos’è il Futures Thinking?
Foresight, Futurism, Futurology, Anticipation studies e Futures thinking sono termini spesso usati in modo intercambiabile per descrivere la pratica di pensare al futuro in modo strutturato, e i metodi e gli approcci utilizzati per farlo.
Per tutto il 20° secolo, è stato impiegato nella pianificazione politica del dopoguerra mentre negli ultimi anni, la pratica ha spostato la sua attenzione dalle previsioni del futuro (Forecast) verso l’esplorazione critica delle possibilità future (Foresight).
Il Futures Thinking guarda oltre l’ambito dei “futuri probabili” per esaminare l’intero regno dei “futuri possibili“, con l’obiettivo di identificare opportunità impreviste o possibilità di riduzione del rischio.
La domanda chiave è “cosa potrebbe accadere?” e non “cosa accadrà?”.
Nei workshop abbiamo adottato l’approccio e gli strumenti dell’Institute for the Future, attivo da più di 50 anni in questo ambito.
Cosa significa costruire in 3D?
Il metodo LEGO® Serious Play® si fonda sulla costruzione di modelli tridimensionali con i mattoncini LEGO®: attraverso l’uso delle mani per costruire, riusciamo a portare nel modellino informazioni di carattere emotivo e istintivo alle quali non accediamo per via razionale per come è cablato il nostro cervello.
Il metodo è adottato da molti anni nelle aziende per disegnare strategie, ripensare l’identità e per il problem solving, da coach per lavorare sull’identità personale, da consulenti in genere per aiutare organizzazioni e team. Questi sono solo alcuni esempi: essendo una metodologia senza uno specifico contenuto, può essere impiegata pressoché dovunque.
Nei workshop abbiamo usato prevalentemente LEGO®, ma è possibile impiegare gli oggetti che si hanno sottomano; anche il semplice disegno su carta pur perdendo una dimensione di concretezza.
Da questa prima esperienza è iniziato il lavoro che ci ha portato a pubblicare la Guida Pratica Futures Thinking with LEGO® Serious Play®.
Perché integrare le due metodologie?
Quando pensiamo al nostro Io nel futuro, la nostra mente ha una specie di blocco, come documentano i neuro scienziati nei loro studi.
In pratica alcune aree del cervello, pensando al nostro IO futuro, si attivano come quando incontriamo per strada un estraneo: è come dire che del nostro IO futuro non ci importa molto.
Come possiamo pensare con efficacia a un futuro plausibile, nel quale noi stessi potremmo vivere, se, in fondo in fondo “non siamo interessati” al nostro IO in quel futuro?
Ma soprattutto, attraverso il gioco e la costruzione in 3D, possiamo superare questo blocco? Riusciamo a coinvolgerci emotivamente e quindi essere più efficaci nell’individuare opportunità, nel vedere “cosa potrebbe esserci per noi” in quel futuro?
Il percorso dei workshop



Con alcuni dei tanti strumenti IFTF, abbiamo interpretato e combinato alcuni segnali e driver per costruire uno scenario plausibile a 10 anni; dopo averlo arricchito con persone e oggetti, abbiamo indagato le possibili conseguenze a livello individuale, organizzativo e di comunità. L’ultimo passo ha riguardato come posso Agire da oggi per “essere pronto” in quel futuro.

5 persone dal Messico, Colombia e Spagna per 2 giorni complessivi hanno costruito, raccontato e combinato “pezzi” di futuro, stimolando l’immaginazione, l’emozione e l’istinto per allenare la mente a non restare bloccata in quello che già sa, che ha già visto e provato.
Ogni fase dei workshop, anche quelle iniziali di “riscaldamento”, hanno visto la costruzione di modelli 3D e il racconto delle storie che ci stanno dietro. Durante la costruzione manuale di un modello, la mente elabora e costruisce un corrispondente modello mentale, collegando esperienze passate, emozioni provate, situazioni vissute, dando vita così a un nuovo “pensiero”.
Lavorare con modelli tridimensionali offre la possibilità di poterci giocare, cambiando l’ordine degli elementi e raccontando una nuova storia: ovvero un futuro alternativo.
È un beneficio molto superiore a quello che si potrebbe avere con il solo pensiero razionale (e la scrittura su post-it) perché ciò su cui stai lavorando viene fissato nella mente come immagine e come esperienza mentre costruisci e mentre lo racconti ad altri.

Qui stiamo raccontando il profilo, la vita, i desideri, le paure di una persona che vivrà nello scenario futuro per immedesimarci in modo empatico con Sofìa, l’iperconnessa (a sinistra) e con Carola, la manager (a destra).
Il nostro scenario futuro a 10 anni
Questo è un futuro nel quale i learning pod saranno la forma normale di apprendimento continuo dei manager.
Dispositivi bionici raccolgono informazioni su quello che vedono, fanno, leggono.
Super computer con software di intelligenza artificiale raccolgono questi dati e li analizzano insieme a molti altri dati (demografici, mercato del lavoro, clima…).
Il risultato sono indicazioni predittive che modificano l’apprendimento nei learning pod in tempo reale.
È assurdo? Frutto di pura fantasia? Non accadrà mai e comunque non nei prossimi 10 anni?
Ogni dichiarazione utile sul futuro dovrebbe sembrare a prima vista ridicola.
(Jim Dator, Director of the Hawaii Research Center for Futures Studies)
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